
Dopo gli attacchi terroristici dell’11 settembre 2001, il mondo cambiò per sempre. Le Twin Towers erano appena crollate, il Pentagono era stato colpito, e quasi 3.000 persone erano morte. Mentre l’America si leccava le ferite e preparava la guerra al terrorismo, un’unità scelta di 12 uomini delle Forze Speciali dell’Esercito statunitense ricevette un ordine tanto semplice quanto spietato: entrare in Afghanistan, dare la caccia ai talebani e colpire Al-Qaida.
Questa è la storia vera dell’Operational Detachment Alpha 595 (ODA 595), il primo team americano a mettere piede nel Paese del nemico. Una missione che sembrava suicida, e che invece ha riscritto il manuale della guerra moderna.
Chi erano i 12 soldati dell’ODA 595
I 12 uomini facevano parte della 5th Special Forces Group, stanziata a Fort Campbell, Kentucky. Dopo l’attacco dell’11 settembre, la CIA e il Comando Centrale (CENTCOM) tracciarono un piano per penetrare in Afghanistan, allearsi con i gruppi locali ostili ai talebani, e destabilizzare il regime per colpire Osama bin Laden e Al-Qaida.
Il capitano dell’ODA 595 era Mark Nutsch, un ufficiale delle Forze Speciali con esperienza, originario del Kansas. Altri membri chiave includevano:
- Bob Pennington, il sottufficiale operativo
- Will Summers, sergente delle operazioni speciali
- E altri operatori specializzati in demolizioni, intelligence, comunicazioni e supporto medico
Questi uomini erano addestrati per operazioni non convenzionali, guerra asimmetrica, e guerriglia, ma nessuno era mai stato in missione… a cavallo.

L’infiltrazione in Afghanistan: Ottobre 2001
L’unità partì da Karshi-Khanabad, in Uzbekistan, con l’assistenza della CIA e di elicotteri MH-47 Chinook del 160th SOAR (Night Stalkers). L’inserimento in Afghanistan avvenne il 19 ottobre 2001, meno di 40 giorni dopo l’attacco alle Torri Gemelle.
I 12 soldati vennero paracadutati in una zona remota del nord dell’Afghanistan, dove incontrarono i leader dell’Alleanza del Nord, una coalizione di gruppi etnici afghani anti-talebani. In particolare, si allearono con il generale Abdul Rashid Dostum, un signore della guerra uzbeko noto per la sua brutalità, ma determinato a scacciare i talebani da Mazar-i-Sharif, città chiave del nord.

La cavalleria del XXI secolo
In assenza di veicoli e strade praticabili, i soldati americani furono costretti a combattere a cavallo, come i loro alleati afghani. Non era una scelta tattica, ma una necessità. Solo uno dei 12 uomini aveva una minima esperienza di equitazione, ma in pochi giorni si adattarono a cavalcare in mezzo a mine, razzi, artiglieria e condizioni ambientali estreme, a oltre 2.000 metri di altitudine.


Un ruolo chiave: designazione dei bersagli
Il compito principale dei soldati non era fare fuoco diretto, ma coordinare attacchi aerei. Utilizzavano laser per designare gli obiettivi e comunicavano in tempo reale con i bombardieri B-52 e F-15. Questo connubio tra tecnologia moderna e tattiche di guerriglia medievali permise all’ODA 595 di decimare le forze talebane in pochi giorni.


La battaglia per Mazar-i-Sharif
Il 10 novembre 2001, meno di un mese dall’ingresso degli americani, Mazar-i-Sharif cadde. Fu la prima grande vittoria militare degli Stati Uniti nella Guerra in Afghanistan. La conquista della città aprì le porte a successive operazioni su larga scala, facilitando la presa di Kabul e accelerando il collasso del regime talebano.
Ma la vittoria non fu senza costi. A Qala-i-Jangi, una prigione fortificata, scoppiò una rivolta di prigionieri talebani e foreign fighters catturati. Un agente della CIA, Johnny Micheal Spann, fu ucciso: la prima vittima americana della guerra in Afghanistan.


Il film: 12 Strong
Nel 2018, la loro storia è diventata un film hollywoodiano: “12 Strong”, tratto dal libro Horse Soldiers di Doug Stanton.
Dettagli principali:
- Titolo originale: 12 Strong
- Regista: Nicolai Fuglsig
- Produttori: Jerry Bruckheimer, tra gli altri
- Protagonisti:
- Chris Hemsworth nel ruolo del capitano Mitch Nelson (alias Mark Nutsch)
- Michael Shannon, Michael Peña, Navid Negahban
Il film segue fedelmente molte fasi reali della missione, anche se con alcuni adattamenti narrativi. Mostra:
- L’arrivo in Afghanistan
- L’alleanza con Dostum
- I combattimenti a cavallo
- Le tensioni culturali tra americani e afghani
- Le operazioni di designazione laser per i bombardamenti
Critica e ricezione
Il film è stato accolto positivamente per il rispetto verso i fatti reali, ma ha ricevuto qualche critica per la semplificazione di dinamiche complesse. Rimane comunque uno dei rari film di guerra moderna che raccontano la fase iniziale del conflitto afghano, senza mitizzare né politicizzare la vicenda.


Il riconoscimento
Per decenni, questa missione è rimasta classificata. I membri dell’ODA 595 ricevettero medaglie, ma la loro storia venne raccontata solo molto più tardi. Nel 2011 fu inaugurata a New York una statua bronzea chiamata “America’s Response Monument”, raffigurante un operatore delle Forze Speciali a cavallo, soprannominata “Horse Soldier”.
La storia dei 12 soldati dell’ODA 595 rappresenta una delle operazioni più iconiche e sottovalutate del dopoguerra. Furono i primi a combattere, i primi a vincere e i primi a dimostrare che la tecnologia, unita al coraggio e all’intelligenza tattica, può rovesciare interi regimi con una manciata di uomini.
È una storia che unisce sacrificio, ingegno, adattamento e fratellanza. E merita di essere ricordata, non solo nei libri, ma anche nei cuori di chi crede nella libertà.
